martedì 9 luglio 2013

IL NOSTRO MODO DI VEDERE

La nostra visione dell’esistenza nasce da come noi “selezionano” ciò che si verifica all’interno e all’esterno di noi stessi. E’ il classico esempio del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto che ci da’ l’indicazione di quello che “vediamo” per primo, ma il nostro modo di selezionare gli eventi, di valutarli e soppesarli è molto variabile ed è influenzato dagli assunti di partenza che abbiamo posto nei nostri modelli.
Se ad esempio riteniamo di non poter sopportare un certo tipo di lavoro, quale che sia, se poi ci troviamo a doverlo fare la nostra sofferenza potrà essere molto elevata e portarci anche alla malattia e “all’esaurimento nervoso” perché non saremo in grado di cambiare la valutazione che a priori abbiamo dato di quel lavoro.
Se ad esempio abbiamo un certo tipo di idea di come dovrebbe essere il nostro partner “ideale” e siamo sufficientemente rigidi su questi principi, la nostra vita di relazione può diventare molto povera e deludente, perché “filtreremo” le persone in base a questo “modello” di base che abbiamo in testa. E facilmente arriveremo a “vedere” intorno a noi una grande varietà di possibili partner come inadatti, sgradevoli, inaccettabili e così via…
Questi modelli funzionano anche per le cose, per gli oggetti e i beni di cui usufruiamo….La moda e il design su questo ci campano proficuamente da decenni. Scopo principale della pubblicità e della comunicazione è convincere i potenziali acquirenti a “cambiare” il loro modello “interiore” di ciò che è bello e desiderabile e per fare questo usano a piene mani meccanismi “emotivi” per associare alla nuova auto, vestito, profumo, televisore, arredamento, l’idea che il loro possesso sia accrescitivo del “valore” di chi le acquista, solleticando l’ego del consumatore.
Va da sé che più il nostro modo di modellare il mondo diventa selettivo e più aumentiamo la nostra probabilità di essere profondamente frustrati ed infelici. Se troppe cose, situazioni, relazioni, posti in cui vivere, persone ecc.ecc “non vanno bene” la via dell’infelicità è ben tracciata.
Se viceversa i nostri modelli sono aperti, flessibili, pronti ad essere modificati, predisposti a vedere il positivo, il “sì” anche dove prima si vedeva solo il “no”, allora avremo alte probabilità di vivere una vita molto più soddisfacente e felice. Se saremo in grado di aumentare il nostro livello di “sì” e a ridurre il livello di “no” avremo cambiato il nostro mondo interiore, ma anche il mondo delle persone che si relazionano con noi…..aumentando la nostra positività, influenzeremo anche la percezione delle persone a noi vicine e per contagio avremo, almeno di un po’ migliorato il mondo.
Una domanda che ognuno di noi deve porsi è: quanto sono rigidi i miei modelli?