lunedì 25 novembre 2013

L'ANSIA ANTICIPATA

Vivere in costante preoccupazione prima di un evento non fa che peggiorare la nostra vita, ovviamente vivremmo male sia prima che durante l'evento stesso. E' ciò che accade in tutti quei casi in cui ci sentiamo insicuri o/e che ci mettono ansia,  tipo importanti incontri di lavoro o meno, esami sia scolastici che medici, compiti o ruoli in cui non siamo sicuri di noi stessi, ecc...  Ma quanto più ci si preoccupa, peggio si sta, e peggio si affronta la situazione.
Con l'approccio di EDA si mira proprio a questo a rendere meno importante ciò che invece si considera TROPPO importante...si lavora sull'ansia o qualsiasi altra emozione disturbatrice generata da queste situazioni andando a depotenziare la relativa reattività.
Facendo questo si lavora per portare la persona ad affrontare le situazioni con un minor grado di ansia ed aspettative, lasciando nel contempo una maggiore lucidità proprio per fare bene ciò che deve esser fatto. Togliendo l'ansia e la tensione si ottiene spontaneamente quello che più si desidera in questi casi: la tranquilla fiducia nelle proprie capacità.

venerdì 22 novembre 2013

I DUE TIPI DI MENTE


La mente è molto ampia e articolata in più funzioni e capacità. Vi è quindi una mente che è soggetta all’attaccamento, all’odio, alla paura, alla tristezza e alla disperazione.
Ma però vi è anche una “mente” che può essere molto equilibrata e razionale, felice e amorevole.
Questa “mente” pura esiste ed è quella che si manifesta quando l’altra mente, quella che da’ problemi, è stata ripulita adeguatamente.
Cosa crea le condizioni per cui noi possiamo essere adirati, impauriti, terrorizzati, angosciati, infelici?
E viceversa cosa crea le condizioni perché noi si sia felici, tranquilli, sereni, positivi?
La risposta è tremendamente semplice.
Tutto ciò che non vogliamo si verifichi crea in noi rabbia, paura e tristezza, in tutte le sue manifestazioni, se si verifica.
Tutto ciò che noi vogliamo si verifichi crea in noi rabbia, paura e tristezza , in tutte le sue manifestazioni, se non si verifica.
Tutto ciò che noi vogliamo si verifichi crea in noi pace, tranquillità, serenità, pace, amore, in tutte le sue manifestazioni se si verifica.
Tutto ciò che non vogliamo si verifichi crea in noi pace, tranquillità, serenità, pace, amore, in tutte le sue manifestazioni se non si verifica.
Quindi tutti i problemi nascono dal raffronto tra ciò che vorremmo e ciò che è.
Quando in EDA affrontiamo questo in una persona, andiamo ad individuare quali sono queste aree di tensione tra desiderio e realtà, e lavoriamo per ridurre a zero questa tensione.
E la cosa interessante è che quando si riduce la tensione, la capacità della persona di raggiungere ciò che vuole è enormemente aumentata, perché parte da una situazione di calma e serenità che moltiplica la sua capacità di raggiungere l’obiettivo.
Meno desideri e non solo più sei, ma anche più hai.

lunedì 11 novembre 2013

VINCERE AD OGNI COSTO

Noi occidentali siamo stati immersi nella competizione fin dall’asilo. Tutta la nostra società è fondata sul concetto di competizione.
Tutto da noi è competizione. Lo sport è competizione. Non dovrebbe essere così. Lo sport dovrebbe essere educazione e formazione e non solo competizione. Dovrebbe insegnare l’arte della disciplina e dell’automiglioramento. Dovrebbe abituare ad accettare le sconfitte, a cercare di migliorare i propri limiti. Dovrebbe educare a vincere con il rispetto delle regole, con il fair play.
Invece nella testa degli adulti e dei genitori, la sola cosa che conta è vincere. Vincere con qualsiasi mezzo. Non c’è traccia di formazione ed educazione, ma solo di acquisizione di “status”, di soddisfacimento dell’EGO dei genitori. Ecco che quindi, una volta adulti, questi giovani che si affacciano alle competizioni, non capiscono la legge dello sport, ma solo la legge della vittoria. Ed è quindi inevitabile poi ricorrere ad “aiuti” che siano la manipolazione di arbitri e giudici o la manipolazione del proprio corpo attraverso il doping. E nemmeno si rendono conto dell’aberrazione di questo modo di ragionare.
Anche la scuola è competizione. Ci sono voti, borse di studio, riconoscimento per i più bravi, classifiche. Ma anche qui abbiamo perso il “senso” della scuola. La scuola è prima di tutto formazione, formazione mentale, creazione di un popolo di persone che sa pensare, che sa capire, che sa approfondire. E’ la vera ricchezza di una nazione.
Dovremmo avere in massimo grado attenzione per la qualità della scuola. Dovrebbe creare un tessuto umano sano, ricco di potenziale. Per avere un mondo migliore.
E invece la scuola è diventato solo un mezzo per acquisire denaro e potere. Ed anche qui, fin dai primi anni si compete per dare ai propri figli le scuole migliori e più titolate, non perché siamo interessati alla formazione dei nostri figli ma perché siamo interessati alla loro futura capacità di fare soldi. Di accumulare potere. Di distanziarci dagli “altri” , per creare nuove classi.
Tutti questi sono giochi dell’EGO. Desiderio di primeggiare, essere in cima alla scala economica e sociale é solo un altro modo per essere discriminatori, in fin dei conti razzisti.
Lao Tsu dice: agire, non competere. I risultati si raggiungono con l’azione, non con la competizione. Quando si sa agire, si ha competenza, si ottiene sicuramente un risultato. Quando si sa vincere non è detto che si raggiunga un risultato: si può semplicemente vincere distruggendo l’altro competitore, ma non è detto che il vincitore sia migliore del vinto.


martedì 5 novembre 2013

LA FELICITA' E'... USCIRE DALLA RUOTA DEL CRICETO

Se fossimo contenti di ciò che siamo ed abbiamo saremmo felici. Se invece cominciamo a dire che la nostra situazione “non va bene” o che la realtà “non va bene” ecco che comincia l’insoddisfazione…..si crea una tensione tra il desiderio che abbiamo creato e il realizzarlo. Possiamo anche riuscire a soddisfare il desiderio e raggiungere un certo livello di felicità, ma questo avverrà solo se lo raggiungeremo. Fino ad un secondo prima saremo ansiosi, angosciati, impauriti, adirati, per tutti gli ostacoli che si frappongono o paiono frapporsi tra noi ed il desiderio che abbiamo.
Ad uno sguardo superficiale ci parrà che il raggiungimento del nostro desiderio, del nostro risultato, sia la ragione della nostra felicità, ma non è vero.
La felicità è data dalla caduta di tensione che il raggiungimento provoca. Se abbiamo riportato un’ importante vittoria, la pace non è dovuta alla vittoria, ma al fatto di non aver più la tensione di agguantarla. Certo, nei primi momenti vi sarà l’euforia, quella legata sì al raggiungimento, ma successivamente, passato un po’ di tempo, lo stato di contentezza sarà solo dovuto alla (temporanea) mancanza di desiderio. Ma una mente ed un cuore irrequieto, dopo poco tempo cominceranno a cercare un nuovo obiettivo per cui soffrire e lottare, per cui avere ansia e rabbia e ricomincerà la sofferenza per raggiungere il nuovo obiettivo.
Questo modo di procedere è come vivere in tossico dipendenza, senza mai vera pace ed equilibrio. Se non si esce da questa ruota del criceto non si raggiunge mai la felicità, che, lungi dall’essere dovuta a ciò che abbiamo e siamo, dipende solo dalla non contrapposizione di desideri.

domenica 3 novembre 2013

DISIMPARARE LA PAURA

Spesso ci siamo chiesti: ma perché quando ero bambino ero sempre contento, allegro, vitale ed ora non lo sono più?

La risposta che ci diamo è normalmente molto indulgente verso il nostro “peggioramento” Cominciamo a dirci….eh, perché ero nella beata ingenuità! Non avevo responsabilità, dovevo solo pensare a giocare, e al resto ci pensavano i genitori…non dovevo lavorare per vivere…

Ma questo in effetti non è vero. Anche nell’infanzia e nella fanciullezza ci sono molti doveri, ed alcuni anche pressanti, come la scuola, che richiede gran parte della giornata, se poi ci si dedica anche ad altre attività, come lo sport o la musica, o lo studio di lingue straniere…si può anche dire che forse in certi casi, l’età dell’infanzia e della fanciullezza può essere perfino più impegnativa di quella dell’età adulta.

E allora cosa c’è di diverso in quegli anni che colora tutto di rosa?

Una mente sgombra e un cuore aperto. Occorre saperlo riconoscere, ciò che dà la felicità nei primi anni di vita è una mente trasparente e non riempita di diffidenza e paura, una mente fiduciosa e straordinariamente semplice e, proprio per questa ragione, capace di gioire per ogni e nessuna cosa.

Ci hanno convinto che per ben vivere occorra sapere tante cose ed avere la mente piena di concetti, ma è invece vero il contrario: che quando nella mente ci sono poche cose, essa contempla il sole e la luce con grande facilità. E’ solo per difenderci dalla malizia degli altri esseri umani che dobbiamo imparare ad avere paura. Ma la paura, la paura di sbagliare, di perdere il lavoro, l’amore, la famiglia, il denaro, la ricchezza, la vita stessa, rende questo vivere una sofferenza…la nostra mente viene ricoperta da nubi oscure che non ci permettono più di godere la luce del sole e del cuore.

Che fare dunque?

Ovvio, spazzare le nubi che abbiamo lasciato oscurassero il sole. Un pezzo alla volta occorre disimparare ciò che abbiamo imparato: ad avere paura.

Fiducia è la parola magica.