mercoledì 13 febbraio 2013

QUANDO CI SI ATTACCA

Quando ci si attacca a qualcosa, la vita è distrutta; quando ci si afferra a qualcosa, si smette di vivere. É scritto in tutte le pagine del vangelo. E questo ci consegue con la comprensione. Cercate di capire. E capite anche un'altra illusione: la felicità non corrisponde all'emozione, all'eccitazione. Credere che un'emozione derivi dalla realizzazione di un desiderio è un'altra illusione. Il desiderio è portatore di ansia e prima o poi i postumi della sbornia saltano fuori. Quando si è sofferto a sufficienza, allora si è pronti a capirlo.
(Anthony de Mello)

COMMENTO

Anthony De Mello morto nel 1987, era un gesuita fin dall’età di sedici anni, nato e cresciuto in India e vivente poi negli USA per lungo tempo dove operò come psicoterapeuta. Ciò gli diede una fantastica visione esistenziale: conobbe il pensiero filosofico-religioso orientale, indù e buddista, assimilò la teologia e spiritualità cristiana, e scrisse libri, libri famosi che sono stati e sono ancora best-seller mondiali.
La cosa straordinaria di De Mello è la sua superba capacità di cogliere similitudini e sovrapposizioni tra le varie fonti culturali che l’hanno contaminato positivamente.
E’ per chi si occupa di coaching una fonte pressoché inesauribile di spunti, come in questo caso.

Notate questo concetto: “la felicità non corrisponde all'emozione, all'eccitazione. Credere che un'emozione derivi dalla realizzazione di un desiderio è un'altra illusione”
Chi legge potrà pensare: eh, storie…..Quando ottengo quello che desidero io sono felice! Quando mi compro la macchina che volevo da tanto tempo, sono contento e soddisfatto. Quando ottengo l’aumento che aspettavo da anni sono contento!
Vero. Apparentemente è così. Ma è solo apparenza. Ciò che da’ la felicità, la contentezza, non è l’oggetto o il risultato acquisito, ma il termine della tensione legata al raggiungimento. Nel momento in cui si raggiunge l’obiettivo, si verifica nella mente quell’ooohhhhh, quel rilascio dalla tensione, quella fine della preoccupazione che prima sussisteva, e che diceva: devi avere di più, devi avere quella cosa lì.
E questo è il meccanismo mentale della felicità. La felicità non è data dalle cose ottenute, ma dal rilascio nervoso che l’ottenerle comporta. La cosa è così vera che molto spesso il sollievo del risultato raggiunto dura poco perché poi, spinti dalla ricerca di nuove cose che ci raccontiamo ci necessitano, torniamo in tensione e ricominciamo a desiderare…altro. E la sofferenza ricomincia.

La domanda è perfino banale: e se smettessimo di restare in continua tensione? E se smettessimo di desiderare sempre? E se decidessimo che le cose vanno bene già ora?

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