giovedì 10 gennaio 2013

ENTRARE IN SINTONIA CON IL PROSSIMO

Se vogliamo entrare in sintonia e in profonda comunicazione con il prossimo, sia esso un familiare stretto, un coniuge, un figlio o un genitore oppure un collega, un cliente o il proprio capo, occorre capire il loro modo di comprendere e comunicare.
Questo è un insegnamento vecchio come il mondo. E’ una delle leggi dell’affinità e dell’empatia più conosciute e al tempo stesso meno usate.
Ma cosa è che impedisce l’applicazione di questa regola in definitiva semplice?
La convinzione che il proprio modo di pensare, di vedere, di sentire, di percepire, sia lo stesso per tutti. Partiamo dalla convinzione che ciò che noi capiamo, sentiamo e diciamo, sia quello che fanno anche gli altri. Ma non è così. Questo è l’inganno del linguaggio e allo stesso tempo l’inganno dell’ego. Ci consideriamo il centro dell’universo….noi siamo ciò che è giusto, ciò che è valido, ciò che è universale.
Ecco che quindi quando parliamo, pensiamo, non consideriamo che ciò che stiamo facendo è solo nostro e non è patrimonio comune dell’altro.
Ci sono regioni del mondo dove mettersi le mani in tasca è uno dei più radicali insulti o segno di mancanza di rispetto, mentre per noi non significa nulla….
Se vogliamo davvero comunicare con il mondo dobbiamo capire il mondo e capirlo volta per volta….con umiltà, e farci capire….
Se tutti facessimo questo sforzo molti muri cadrebbero…E’ incredibile quante cose siano apparentemente diversissime ma che se ben comprese e ben comunicate si rivelerebbero assolutamente simili se non identiche, evitandoci tanti inutili conflitti.
Alla fin fine il tutto si riduce a questo: rispetto per l’altro.

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