Parliamo un po’ della via alla guarigione sotto il profilo mentale, mettendo tra parentesi l’uso dei farmaci.
Cosa è l’ansia? L’ansia è paura. E questo lo sappiamo tutti, credo.
Da cosa è determinata la paura? Dall’idea che una certa situazione, un evento che può o sta per verificarsi, sia molto pericoloso per noi.
Cosa si intende per pericoloso? E’ considerata pericoloso qualsiasi
evento che ci metta in una situazione peggiore di quella che abbiamo al
momento. Può essere ammalarsi, ferirsi, perdere una sicurezza affettiva,
un rapporto, una cosa che ci da’ conforto (casa, denaro, auto,
cibo,aspetto fisico….). Se si va alla radice dell’ansia, la perdita di
questi fattori significa una cosa di fondo: paura della morte.
In buona sostanza l’ansia è paura di morte, alla sua base.
La vita che si evoluta nei miliardi di anni, ha messo a punto alcune
strategie di base per fronteggiare il pericolo di morte. Anzi, di fondo
tutta la vita naturale ha questo obiettivo: evitare la morte. Dalla
nascita di molta prole per salvaguardare la specie, alla ricerca di
riparo dai predatori, alle strategie difensive e di attacco, tutto
indica chela natura si preoccupa sommamente di sopravvivere, almeno come
specie singola.
Per potere fare questo ha messo a punto alcuni
meccanismi di reazione al pericolo che consistono nel produrre sostanze
che diano più stimolo al cuore e forza ai muscoli per poter più
rapidamente fuggire o combattere. Per potere portare più zuccheri ed
ossigeno ai muscoli per le reazioni biochimiche che producono energia
muscolare, il cuore spinge al massimo il battito e il cervello produce
adrenalina, il tutto per poter correre, saltare, fuggire, o combattere.
I neurologi e i neuro chirurghi hanno identificato nell’amigdala la parte di cervello che attiva questo meccanismo.
Il problema dell’ansia umana qual’è?
E’ che questo meccanismo si attiva anche quando non è necessario,
almeno apparentemente. Noi abbiamo anche una corteccia cerebrale molto
sviluppata che pensa migliaia di concetti a velocità istantanea. Diversi
di questi concetti non sono nemmeno avvertiti dal “pilota” a bordo che è
la consapevolezza, diciamo il nostro io. Avviene quindi che facciamo
pensieri che scatenano paura anche mentre stiamo facendo cose che nulla
hanno di terrificante. Stiamo magari guidando una macchina o
passeggiando nel parco e,sotto la coscienza, una considerazione che
facciamo ci terrorizza. Allora avvertiamo tutti i sintomi della messa in
allerta visti prima dell’amigdala,e….stiamo male, ma non sappiamo
perché.
Quello che accade improvvisamente è che avviene un
ragionamento subconscio che porta ad una considerazione allarmante,
molto allarmante, e questa va direttamente ad attivare la sensazione di
pericolo e l’amigdala.
Esempio: stiamo facendo una pausa pranzo nel
lavoro,passeggiando nei giardini….va tutto bene, ma oggi abbiamo letto
che la società internazionale che controlla la nostra società ha avuto
un bilancio negativo. Noi però stiamo pensando a ben altro, alla nostra
famiglia a cosa faremo tornati a casa o a cosa dobbiamo fare sul
lavoro…………..ma il subconscio pensa a tutt’altro e pensa che ora
taglieranno gli investimenti e questo farà chiudere qualche filiale e
che nel nostro settore geografico la filiale più importante é quella del
paese confinante ed è probabile che taglino la nostra e che quindi ci
licenzino e che perderemo lo stipendio e non potremo più mantenere i
figli e dovremo svendere la casa e finiremo sul
lastrico..e……PAURAAAAA!!!!
Sopra, nella nostra coscienza stiamo
pensando:stasera usciamo tutti e andiamo a mangiare la pizza…..ma ad un
certo punto avvertiamo tremore alle gambe, mancanza di fiato, e la
immancabile tachicardia. La paura ci ha raggiunto e non sappiamo perché.
Da quel momento avremo una forte paura che “quella cosa” possa tornare.
E può benissimo accadere che associamo quello che abbiamo visto in quei
momenti, quello del primo episodio, alla “causa” della paura e ci
convinciamo che i giardini all’aperto ci spaventino, ma è un’impressione
falsa,meglio una deduzione falsa. Allora cominciamo ad evitare tutti
gli ambienti le situazioni che “ricordano” quel primo attacco e a temere
che possa ancora accadere….siamo entrati in un circolo vizioso. Ogni
cosa/situazione/persona/rapporto diventa potenzialmente in grado di
riprodurre quella paura.
Come se ne esce?
C’è un solo modo: la desensibilizzazione.
Significa che ad una situazione occorre abituarsi. Come quando si
impara ad andare in bicicletta, o a guidare una macchina,all’inizio si
può avere paura di farlo, perché NON SI SA COME SI FA. E si pensa al
pericolo di fare una cosa su cui NON SI HA IL CONTROLLO.
Ma quando
lo si fa e lo si fa ancora e ancora e ancora, allora si SA che c’è il
controllo, un controllo totale e globale….e l’amigdala si spegne, e ci
lascia vivere.
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